Il caso di Hans Englund e Jonas Gerdin
Un'indagine condotta presso l'Università di Örebro in Svezia ha rivelato come un gruppo di ricerca abbia mostrato un alto livello di non conformità rispetto alle valutazioni quantitative delle prestazioni accademiche. Questo studio ha evidenziato come alcune qualità preesistenti del gruppo di ricerca, come l'importanza centrale e la legittimità esterna, abbiano contribuito a resistere alla pressione di conformarsi.
La revisione sistematica della ricerca sulla conformità
Una revisione sistematica condotta nel 2024 ha esplorato la prevalenza della conformità in vari contesti accademici. Gli studi hanno mostrato come la pressione sociale e le dinamiche di potere possano influenzare i comportamenti e le opinioni degli accademici, spesso portando a un'adesione non critica alle idee dominanti.
Il libro "Academic Freedom in an Age of Conformity" di Joanna Williams esplora come la libertà accademica sia minacciata da una cultura di conformità che limita la libertà di pensiero e il progresso della conoscenza. Williams sostiene che sia necessario difendere la libertà accademica e promuovere il dibattito aperto per garantire la possibilità di criticare e proporre nuove conoscenze. Questi esempi mostrano come il conformismo intellettuale possa manifestarsi in vari modi nel mondo accademico, influenzando la ricerca, la pubblicazione e la libertà di pensiero. È importante riconoscere e affrontare questi fenomeni per promuovere un ambiente accademico più aperto e innovativo.
Il fenomeno del baronato nelle università, noto anche come nepotismo accademico, è una pratica in cui posizioni accademiche e di ricerca vengono assegnate a parenti o amici, spesso senza un processo di selezione trasparente e meritocratico. Questo fenomeno è particolarmente diffuso in alcune regioni d'Italia, come Puglia, Campania e Sicilia. Un esempio emblematico è il caso di Giambattista Scirè, un accademico siciliano che ha denunciato la concorsopoli all'Università di Catania. Scirè ha scoperto che il concorso per una cattedra di Storia contemporanea era stato truccato a favore di una candidata non idonea. Questo caso ha portato all'attenzione pubblica e ha rivelato quanto radicato sia il baronato nell'accademia italiana. Per combattere questo fenomeno, è stato creato il movimento "Trasparenza e Merito", composto da oltre 650 docenti che hanno segnalato oltre 3.000 casi di abusi accademici in tre anni. Questo movimento mira a promuovere una selezione basata su merito e trasparenza, piuttosto che su connessioni personali. Il baronato non solo mina la qualità dell'istruzione e della ricerca, ma crea anche un ambiente di lavoro ingiusto e frustrante per i ricercatori e gli studenti. È essenziale riformare il sistema accademico per garantire che le posizioni siano assegnate in base al merito e non a relazioni personali.
Il fenomeno del baronato nelle università italiane, noto anche come nepotismo accademico, si intreccia strettamente con il conformismo intellettuale. Entrambi i fenomeni contribuiscono a creare un ambiente accademico che può soffocare l'originalità e il pensiero critico.
Conformismo intellettuale e baronato
Il conformismo intellettuale si manifesta quando gli accademici sentono la pressione a conformarsi alle idee e agli approcci dominanti per ottenere approvazione, finanziamenti e avanzamenti di carriera.
Il baronato accentua questo problema perché le posizioni accademiche spesso vengono assegnate non per merito, ma per relazioni personali e familiari. Questo sistema di nepotismo crea un circolo vizioso in cui le stesse idee e metodologie vengono perpetuate, scoraggiando l'innovazione e il pensiero indipendente.
Quando i ricercatori sono costretti a conformarsi per avanzare nella loro carriera, queste opportunità vengono perse. Inoltre, il baronato può portare a una mancanza di diversità nelle opinioni e negli approcci, impoverendo il dibattito accademico e la qualità della ricerca.
Per affrontare questi problemi, è essenziale promuovere una cultura accademica basata su merito e trasparenza.
Movimenti come "Trasparenza e Merito" lavorano per denunciare gli abusi e promuovere una selezione equa e basata sulle competenze. Inoltre, le istituzioni accademiche devono adottare pratiche di selezione e valutazione più trasparenti e basate su criteri oggettivi. Il baronato e il conformismo intellettuale sono fenomeni interconnessi che minano l'integrità e l'efficacia del sistema accademico.
Affrontarli è cruciale per creare un ambiente che valorizzi l'originalità, il pensiero critico e la giustizia.
La vicenda legata a Giambattista Scirè continua a suscitare attenzione. Recentemente, il GIP di Catania ha deciso di procedere con l'imputazione coatta per abuso d'ufficio contro il coordinatore dell'avvocatura dell'università, Vincenzo Reina, in relazione alla mancata proroga del contratto di Scirè. Scirè ha lottato per anni per ottenere una proroga del suo contratto di ricerca, sostenendo che il suo mancato rinnovo fosse il risultato di pratiche irregolari e ingiuste. Nonostante diverse sentenze a suo favore, la sua battaglia legale continua, evidenziando le difficoltà e le complessità del sistema accademico.
Questa vicenda mette in luce le dinamiche di potere e le possibili manipolazioni all'interno delle istituzioni accademiche, che possono avere un impatto significativo sulla carriera e sul benessere dei ricercatori.
Il rettore dell'Università di Chieti-Pescara, Sergio Caputi, ha aperto un procedimento disciplinare contro Agnese Rapposelli, vincitrice di un concorso per ricercatore dopo una lunga battaglia legale. Questo caso ha visto molteplici ricorsi e sentenze a favore di Rapposelli.
Il libro "Mala università. Privilegi baronali, cattiva gestione, concorsi truccati" di Giambattista Scirè è una denuncia coraggiosa e dettagliata del sistema di potere accademico in Italia. Scirè, storico e attivista per la trasparenza e il merito nell'accademia, esplora vari casi di nepotismo, clientelismo e abusi di potere all'interno delle università italiane. Il libro offre una mappa impressionante di casi e storie che violano la legge, i regolamenti e i codici etici degli atenei, mettendo in luce come interessi clientelari, familiari e talvolta mafiosi prevalgano sul merito e la trasparenza. Scirè descrive come il sistema accademico italiano spinga le migliori intelligenze a emigrare all'estero, danneggiando seriamente il paese. In appendice, Scirè include una lettera aperta alla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, chiedendo un intervento per riformare il sistema accademico italiano. Il libro è un'importante testimonianza di chi ha scelto di esporre coraggiosamente le ingiustizie e di lottare per un cambiamento radicale.